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Inaugurazione dell’Aula Magna dei Licei

All’insegna dello slogan “Il nostro futuro ha radici profonde” proseguono le iniziative del ricco calendario di eventi sul tema della memoria, previsti per celebrare i 150 anni di istituzione del Liceo Classico Balbo di Casale. Giovedì 27 gennaioun doppio appuntamento. Alle ore 9.30, nell’ambito della Giornata della Memoria, il prof. Gianni Abbate ha trattato il tema “L’antisemitismo in Tacito, il maggiore storico latino”. Alle ore 11.30 il presidente della Provincia, Paolo Filippi, ha riconsegnato alla scuola e alla città l’aula magna dei licei intitolata a Carlo Casalegno, dopo i necessari interventi di risistemazione e restauro. Su questo argomento presentiamo una riflessione storica del professore Dionigi Roggero.

Dalla sua istituzione, nell’ottobre 1860, il R. Liceo Ginnasio di Casale, intitolato a Cesare Balbo nel 1866, era ospitato nei locali dell’antico monastero di Santa Caterina, scelto nel 1805 per ospitare il Liceo imperiale, soppresso durante la Restaurazione e sostituito dal Reale Collegio di Educazione diretto dai padri Somaschi. A distanza di un secolo, nel 1932, essendo quei locali inadeguati l’ingegnere capo dell’Ufficio tecnico municipale, Costantino Reali, firmava il progetto del nuovo complesso scolastico. Due anni dopo, resasi disponibile una vasta superficie a ridosso di piazza Castello per la chiusura della tranvia Casale-Vercelli, furono costruiti i due grandi edifici delle scuole elementari e del liceo classico con il fronte sull’attuale via Galeotto del Carretto. Nel frattempo l’approvazione della Carta della Scuola (1939), voluta dal ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai, offriva al comune di Casale l’opportunità di richiedere l’istituzione di un liceo scientifico, considerato “una vera necessità per Casale, centro industriale di primissimo ordine”. E così, a partire dall’anno scolastico 1941-42, mentre infuriava la guerra, al prestigioso liceo classico si affiancava nella nuova sede l’indirizzo scientifico, secondo in Piemonte solo al Galileo Ferraris di Torino. Dal capoluogo di regione giunse, nel dicembre 1942, il ventiseienne Carlo Casalegno, insegnante allo scientifico di Casale fino alla fine del ‘43, per sparire nella clandestinità e poi dare l’addio all’insegnamento a favore del giornalismo. E mentre Casale veniva dichiarata “località bombardata soggetta a sfollamento”, gli edifici scolastici erano occupati dal comando germanico e gli studenti trasferiti in altre sedi. Sono i mesi in cui, Cesare Pavese era nascosto sotto falso nel vicino collegio Trevisio fino alla Liberazione della città, cui prese parte lo scrittore-partigiano Beppe Fenoglio, protagonista dell’arresto del maggiore Mayer, responsabile dell’eccidio di Villadeati.  A guerra finita, con l’insediamento del governo militare alleato al comando del cap. Albert Kazan Jefferson, la scuola rimase sotto il controllo militare per ospitare prima gli ufficiali inglesi e sudafricani, poi i partigiani. Ma al rientro a scuola, dopo quei drammatici giorni di lotta, mancavano all’appello otto studenti: Guido Chiesa, Stefano Grandi, Alfieri Greppi, Pietro Lenti e Sergio Morello del classico, Carlo Casavecchia, Felice Cenacchio e Sergio Sabatini dello scientifico, caduti durante la lotta di Liberazione e ricordati nell’aula magna della scuola dal bassorilievo di Gino Cosentino (Catania, 1916 – Milano, 2005). Lo scultore, sfollato in città, frequentava lo studio di Guido Capra, allievo di Bistolfi,  conobbe e poi sposò la casalese Eugenia Lupano che lo indirizzò all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove completò la sua formazione sotto la guida di Arturo Martini. Un nuovo assalto, questa volta pacifico, è iniziato al termine del conflitto da parte di un esercito di tanti giovani desiderosi di ritrovare una collocazione nella vita civile e di dare un contributo alla ricostruzione del paese. A distanza di tanti anni, studenti e insegnanti che non hanno dimenticato il sacrificio di quanti furono testimoni di libertà fino al martirio e per rinsaldare la memoria il 21 novembre 1998 l’aula magna dei licei fu intitolata a Carlo Casalegno. E così due targhe, poste una accanto all’altra, ricordano il destino comune di otto studenti, morti ventenni durante la Resistenza, accanto ad uno dei loro insegnanti, Carlo Casalegno, ucciso dalle Brigate Rosse trent’anni dopo, nel novembre 1977, quando era vicedirettore della Stampa.
Dionigi Roggero

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