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Chimica verde 2.0

Incontro con il Prof. Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino

Nota essenziale per l’incontro con Guido Saracco Rettore del Politecnico di Torino e Direttore del Centro per le Tecnologie Future Sostenibili dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

Libro di riferimenti ad es. Chimica Verde 2.0impariamo dalla natura come combattere il riscaldamento globale- Zanichelli.

Oggi è sempre più difficile dubitare che sia in corso un veloce cambiamento climatico e che la causa sia anche e soprattutto l’uomo con le sue attività degli ultimi 200 anni, specie attraverso l’uso enorme della combustione delle fonti fossili, attraverso la deforestazione, lo sfruttamento eccessivo del terreno,… che squilibriano l’effetto serra con la conseguenza di un aumento delle temperature del pianeta.

L’effetto serra sta cambiando il volto del nostro pianeta attraverso fenomeni di ogni tipo e reazioni e fenomeni che hanno immediatamente implicazioni economiche e scoiò politiche.

Gli effetti vicini di questa trasformazione è evidente in Italia, nel Mediterraneo, anche in “casa nostra.”

Per salvare l’umanità occorre in tempi determinati un equilibrio tra i gas serra che immettiamo in atmosfera e quelli che la natura può assorbire.

Da questa considerazione da anni governi nazionale e internazionali, singoli individui, comunità dovrebbero scegliere come, attraverso una larga gamma di strumenti e di comportamenti, si raggiungano obiettivi certi e si pratichi una vera lotta al riscaldamento globale con fatti e non solo parole. Siamo in ritardo. Punto di riferimento per cosa bisognerebbe fare gli accordi di Parigi (dicembre 2015).

Al centro della discussione l’energia con l’aumento dei consumi energetici, e la dominanza delle fonti di tipo fossile, e lo sviluppo (che deve muoversi più in fretta) delle tecnologie verdi. Come possono svilupparsi le tecnologie per essere più efficienti e più sostenibili. Bisogna guardare a settore per settore, a trasformazioni di infrastrutture, a passi diversi tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo, … tanti temi complessi e intrecciati che vanno analizzati e conosciuti.

Imitare la fotosintesi naturale, sviluppare i biocombustibili, … imitare la natura. Ma la tesi di Saracco con dati alla mano è che occorre fare come la natura, ma meglio della natura.

Non ci servono solo processi produttivi più efficienti, o l’impiego di vettori energetici alternativi non più basati sul carbonio (elettrificazione, idrogeno). Servono processi fondati su energie rinnovabili che aiutano la Tera ti riconvertite rapidamente i rifiuti a base di carbonio in nuove materie prime.

Tra i numerosi esempi Saracco spiega con esempi in corso e realizzati, che la ricerca di sistemi produttivi circolare, dove ogni prodotto di scarto diventa la materia prima di un altro, è un passaggio epocale che archivia il vecchio modo di produrre. Per arrivare dove? Ad esempio tra qualche decennio all’elettricità totalmente prodotta da fonti rinnovabili, utili anche per erogazioni di servizi come la mobilità urbana.

Impareremo anche a fare della CO2 (principale gas serra) una materia prima, riuscendo a prevenire l’ingresso in atmosfera e al tempo stesso trasformandola in prodotti che sostituiscano quelli di origine fossile. Il diossido di carbonio può essere catturato e purificato, attraverso vari processi in sviluppo (vedi cementifici grandi produttori). Si sta rivoluzionando l’auto. Ecc. Ecc.

Allora si arriva a parlare di fotosintesi artificiale, dello sviluppo di nuovi materiali e prodotti di celle fotovoltaiche, di microrganismi e l’ingegneria metabolica, di energia e prodotti rinnovabili dai rifiuti (cioè valorizzare tutto!) , di bioraffinerie, di compost, di nuovi materiali, lo stoccaggio dell’energia, le batterie, l’idrogeno,…

Tutti devono conoscere questi aspetti e questi traguardi qualsiasi formazione di base abbia, perché l’incoronazione genera solo paure e angoscia. Non esiste un’unica innovazione in grado di risolvere il problema complesso e urgente dei cambiamenti climatici,

Oggi la rivoluzione digitale è in corso e la nuova frontiera che fa convergere scienza e tecnologia nello sviluppo di sistemi di calcolo e di gestione dell’informazione (Intelligenza artificiale) capaci di eseguire compiti tipici dell’intelligenza umana (non di sostituirla).

Quando si ritiene che le tecnologie nuove e la ricerca possano risolvere alcuni problemi, vuol dire che si crede, esempi alla mano, senza fantascienza, che l’obiettivo di sconfiggere i cambiamenti climatici con l’urgenza necessaria, senza cambiare il nostro stile di vita, e senza ricorrere alla decrescita felice che da più parti si propone, sia un obiettivo percorribile.

Stiamo vivendo una rivoluzione tecnologica, che realizza e promette insieme meraviglie, ma desta anche qualche preoccupazione. Es. Sugli aspetti di lavoro per le prossime generazioni? Sullo distribuzione delle ricchezze? Sui rischi di certe innovazioni. Non si può però guardare il futuro con le nostre certezze e i valori nostri attuali: si commettono errori gravi. La strada è quelle di mettere da parte le paure e navigare nelle rapide e veloci acque del cambiamento continuo. Indietro non si torna.

Ci sono mille trappole: la resistenza al cambiamento, proposte di ritorno al passato, esigere muri, mettere in discussione libertà e democrazia, il depauperamento delle risorse comuni, la lotta alle regole, il contrapporre i benefici locali ai benefici globali, lo stravolgere valori etici da preservare,….

Un aspetto: l’importanza della multidisciplinarietà. Nel mondo delle tecnologie le competenze tecnologiche disciplinari rimarranno importanti, ma a queste bisognerà abbinare altre capacità: interrelazionali e persuasive, comunicative, etiche, sociologiche, politiche.

Ad esempio scienziati, ingeneri, architetti dovranno riguadagnare una dimensione etica e sociale, per convincere l’opinione pubblica e i decisori politici che le nuove tecnologie sostenibili sono in grado di ridurre i diversi interni alla società e porteranno ad un ulteriore progresso. Di qui la necessità di integrarsi con altri professionisti, per realizzare progetti e risolvere problemi che sono sempre meno circoscrivibili in stretti ambiti di singole competenze.

Per affrontare il cambiamento non bisogna recepirlo passivamente, bisogna affinare il senso critico e in questo ambito le cosiddette Humanities, discipline che studiano aspetti della cultura umana, possono giocare un ruolo fondamentale per preparare meglio anche i tecnologi del futuro, per comprendere a fondo le contraddizioni e i conflitti della nostra società.

Importante in questo percorso attraverso le vecchie e nuove tecnologie anche che si sfatino dei miti e dei luoghi comuni, le tante bugie che oggi vengono diffuse per conservare , per impedire innovazioni, per pigramente aspettare che il mondo ritorni al passato, … insomma discutere di questi aspetti con capacità critica e con più conoscenze di base aiuta tutti a costruire il futuro proprio e collettivo. Affrontare l’attualità con consapevolezza e con occhiali che mettono a fuoco le vere problematiche.

https://www.ilmonferrato.it/articolo/Xxyh9VVan06HH2X3vDpThA/cambiamenti-climatici-incontro-con-guido-saracco

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