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Si è svolto martedì 15 ottobre, per il ciclo: ”Incontri con gli autori” l’atteso dialogo tra i filosofi Massimo Cacciari e Giovanni Reale sul tema “Attualità del classico”. Moltissimi gli ospiti presenti e, a rappresentare le scuole, alcune classi del quarto anno.
Al termine molti libri autografati degli autori e un grosso grazie all’ ex allievo professor Giovanni Reale per averci regalata una bellissima mattinata
Cosa sono i classici? Oltre che belli sono utili?
Questo il tema dibattuto da due illustri accademici quali il prof. Giovanni Reale e il prof. Massimo Cacciari, queste le provocazioni rivolte ad una folta platea di studenti, di docenti e di cittadini presenti nell’Aula Magna dei Licei mercoledì 16 ottobre.
“Per essere liberi lo studio dei classici è essenziale” sostiene il prof. Cacciari :“I classici interrogano continuamente sulla vita, sulle domande fondamentali che non hanno avuto risposta, espongono le questioni degne di essere pensate e ripensate, fanno pensare, invitano alla passione per la ricerca e fanno agitare. A tutti quelli che vogliono essere cives responsabili, servono i classici.”
“Se i classici vengono insegnati come dottrina, sono solo una schiavitù in più, mentre sono una ricchezza se fanno capire come si sono scontrati con consuetudini e abitudini, se fanno capire la.loro modernità”.
Dello stesso avviso il prof. Giovanni Reale, ex allievo del Liceo Classico “Balbo”, che ha aperto il suo intervento raccontando la sua esperienza di membro della commissione dei 42 saggi voluta dal Ministro Berlinguer per la riforma della scuola e promotore, in tale circostanza, di un documento teso alla conservazione dello studio dei classici, a fronte della volontà della maggior parte dei membri di introdurre lo studio di discipline più tecniche e volte ad un’immediata applicazione pratica nel mondo del lavoro.
A causa di questa diffusa mentalità, secondo il prof. Reale, diventa difficile preservare l’importante ruolo della scuola, che “non è basata tanto sugli strumenti quanto sugli uomini: gli strumenti sono necessari ma solo come strumenti, non si può chiedere agli insegnanti di essere solo tecnici”.
In questa società dove tutto è a portata di un “clic”, dove si sono abbattute le distanze fisiche, viviamo inondati da un sovraccarico di informazioni che suscita in noi disinteresse. Il ruolo della scuola e degli insegnanti dovrebbe essere quello di riaccendere la passione negli animi dei giovani che “spesso sono malati di indifferenza” e, come dice Gomez D’Avila, “la violenza è dovuta alla sazietà di anime annoiate”.
Anche secondo il prof. Cacciari “la scuola non può essere all’inseguimento del moderno, ma deve essere avanguardia”.
Conclude il suo intervento con un interrogativo: lo studio dei classici è funzionale al fine ultimo che la scuola si prefigge?
“Senza lo studio dei classici non potrei concepire il mio essere sociale, non potrei oppormi alle volgarità di questo presente, non potrei lamentarmi di ciò che non va”, afferma.
Se la scuola riuscisse a formare individui dotati di tale consapevolezza, avrebbe raggiunto davvero un ambizioso traguardo.
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