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Guarderò le stelle…

“Guarderò le stelle, com’erano la notte ad Arles

Appese sopra il tuo boulevard

io vivo dentro gli occhi tuoi Vincent!

Sognerò i tuoi fiori,

narcisi sparpagliati al vento,

il giallo immenso e lo scontento, 

negli occhi che non ridono, 

negli occhi tuoi Vincent!”

Ieri canticchiavo questi versi mentre passeggiavo sotto le stelle, accompagnando, assieme agli amici- colleghi, le classi del Liceo delle Scienze Umane serale alle “notti della geografia”, organizzata dall’AIIG (Associazione Italiana Insegnanti di Geografia). La passeggiata, guidata dall’esperienza e dalla profonda cultura della guida scientifica Dionigi Roggero, era incardinata su quattro nuclei tematici: il duomo, il cardo e il decumano, il castello e il mito di Fetonte, che secondo Ovidio era affogato nel nostro amatissimo Po. Si trattava di respirare quelle stelle che splendevano sopra il primo velo di nebbia settembrina casalese, le stesse che terminano le cantiche dantesche o che compongono le tele del Pittore per eccellenza, protagonista del brano di Vecchioni citato. E poi ci siamo piacevolmente stupiti di come le stelle rilucessero anche al chiuso, dipinte sulle volte del nostro amato duomo. E così, passo dopo passo, si è riflettuto sulla bellezza della nostra città, una bellezza spesso trascurata, ma che, se ascoltata, è sempre pronta a togliere il fiato a chi la ammira silenzioso, non solo nelle prime tenebre autunnali. Al termine “lo scontento” di una bella serata (una delle tante al serale) appena terminata che avrei desiderato continuasse ancora. Ora più che mai… ed è subito serale! Il serale vola!

I docenti del corso Serale

del Liceo delle scienze umane

Giovedì 30 settembre 2021 alle ore 21:00 in tantissimi ci siamo ritrovati al parcheggio di Piazza Castello per partecipare all’iniziativa “Le notti della geografia” promossa da AIIG e ISRAL con il patrocinio del Comune, della Diocesi e del FAI di Casale Monferrato.

L’incontro ha riscosso molto interesse tra i numerosi alunni ed insegnanti del Liceo Balbo, al Dirigente scolastico, a studiosi, ricercatori, gente desiderosa di conoscere e di approfondire insieme alcuni aspetti storico – culturali e artistici della città.

Il commento del dirigente scolastico Riccardo Calvo: “Sembra quasi impossibile tutta questa gente per Casale ci sono insegnanti, allievi del Liceo Balbo e della scuola serale, giovani che passeggiano tutti insieme – in questo dopo Covid – la città è davvero cambiata ci sono belle persone in questa nuova, diversa socialità.”

Ad attenderci le guide: lo storico Dionigi Roggero e il geografo Evasio Soraci, mentre l’architetto Raffaella Rolfo _ dei Beni Culturali della Diocesi_ ha curato l’organizzazione e l’apertura del Duomo dove è stata appena inaugurata la mostra temporanea “Il Capitolo alla Cattedrale di Casale”, in occasione delle giornate europee del patrimonio e della rassegna cultura (dal 25 settembre al 14 novembre 2021)

Il tema della serata: “Casale M.to città rivierasca dall’antichità al Medioevo”.

La visita e il percorso hanno permesso di approfondire i seguenti aspetti della città: Casale celto-ligure, romana e medievale, attraverso il Lungo Po, il castello, piazza Castello, il decumano, piazza Mazzini, il Duomo.

Il prof. Roggero ci ha illustrato i nuclei tematici che avrebbe affrontato e i punti di raccordo in cui interagiscono fra loro: la fede (rappresentata dal Duomo, fornendoci qualche indicazione per cogliere alcuni legami); la forma urbis (l’urbanistica e l’origine della città già dedita al culto di Sant’Evasio); la storia (il Castello con la sua evoluzione non solo dal punto di vista storico), giungendo al tema del mito del Po.

Il percorso ha avuto come prima tappa il Duomo, dove ci attendeva Mons. Gianni Sacchi, Vescovo di Casale. Da lui abbiamo appreso la nascita della Diocesi, eretta da Papa Sisto IV nel 1474 e ci ha mostrato la cattedra su cui presiede le funzioni liturgiche, in quanto, oltre ad essere la Chiesa del Comune, il Duomo è una cattedrale col nome del Santo Evasio, patrono della città (viene festeggiato il 12 Novembre)

Il Prof. Roggero ha ripreso la parola, ripercorrendo i molteplici avvenimenti e le varie dinastie susseguite lungo i secoli, a testimonianza di così tante e diverse meraviglie architettoniche e artistiche del luogo. Nel corso del tempo molti rimaneggiamenti ne hanno mutato l’aspetto, ma il restauro più importante è stato quello effettuato nel corso dell’800 (documento dall’architetto Edoardo Arborio Mella). Entrando nella cattedrale, ci siamo ritrovati ad ammirare la grandiosità e la bellezza del suo nartece, esempio unico di architettura romanica, con i suoi incroci di archi in conci di arenaria e mattoni in argilla, incrociati a coppie parallele. Inoltre, ha soffermato la nostra attenzione sulle due colonne che affiancano l’ingresso principale in cui si trovano le copie del re Liutprando e della regina Teodolinda. Il prof. Roggero ci ha anche raccontato l’episodio del furto del galletto, posto su una delle due torri, durante l’assedio e i saccheggi da parte degli alessandrini e di altre popolazioni nel 1215. Non è mai stato restituito ed ancora oggi sovrasta le campane dell’orologio sul palazzo comunale di Alessandria.

Per ritornare alla storia della città, l’antica Vardacate (come ci mostra in un’immagine) sorgeva sulla sponda del Po e così traspare dall’importante scoperta del rescritto di bronzo (scoperto nel 1941 e

custodito al Museo archeologico di Torino), univa le due sponde del fiume e divenne capoluogo del Municipio romano. Con le invasioni barbariche, nel Monferrato arrivarono i Longobardi, come testimoniano gli affissi in “lugo”. Non mancarono le invasioni saracene e, con l’estinzione degli aleramici,, il passaggio del marchesato ai Paleologi prima e ai Gonzaga di Mantova poi. Infine, dopo una lunga disputa tra Francia e Spagna, parte del Monferrato venne assegnata ai Savoia. Il prof. Roggero ci ricorda il voto di peste fatto seicento diciannove anni fa e, come consuetudine, ogni anno precisamente l’otto settembre si ripete con i borghini (abitanti del Borgo Vercelli), che passano da Casale, ripercorrendo il tragitto dal Duomo al Po. Prima di proseguire, a piccoli gruppi ci siamo addentrati nel corridoio antistante la sacrestia , dove abbiamo potuto ammirare i pavimenti di mosaico  del XII sec, .rappresentanti scene bibliche, mostri di fantasia e scene di vita quotidiana ,alcuni rimontati in pannelli .

Alle ore 23:00 circa ci siamo recati al castello, o meglio al castello dei Paleologi. Il prof. Roggero ci ha fatto osservare sul portone principale, come simbolo principale del potere Signorile, un basso rilievo marmoreo raffigurante l’insigne dei signori del Monferrato: Aleramo, Paleologi e Gonzaga. Inoltre, abbiamo notato anche dei dipinti murali, raffiguranti lo stemma dei Gonzaga e scene di tralci di vite cinquecenteschi tipici dell’area padana. Con il passaggio ai Gonzaga vennero   aggiunte poderose fortificazioni: i cosiddetti “rivellini”, uno per ogni lato del castello. Nel secolo XIX perdette le sue funzioni difensive e venne utilizzato come caserma. Poi la nostra guida in modo molto dettagliato, ci ha presentato una serie di tavole descrittive (a cura di ARTE e Storia) sull’origine, la storia, la struttura e l’evoluzione della fortezza, costruita contemporaneamente alla Cittadella.

Pochi sanno che questo castello è molto importante anche dal punto di vista letterario, in quanto grandi romanzieri hanno scritto, a partire dal Manzoni (nel cap.27 dei Promessi Sposi) e più recente U. Eco, collezionista di stampe di Casale, nell’opera “L’Isola del giorno prima” 1994.

Ed eccoci saliti sugli spalti, da dove, estasiati, abbiamo potuto ammirare la splendida torre civica illuminata dalla quale si scorge e domina il panorama della città.

Prima di proseguire, i proff. D. Roggero ed E. Soraci, hanno riferito un episodio curioso, tratto da fonti storiche di Vincenzo De Conti. Il 25 ottobre del 1656 giunse sul Po a Casale, con la nave Peota dei Savoia, la regina Cristina di Svezia e fu accolta con tutti gli onori al Castello. Per l’importante evento nel menu fu inclusa una torta fatta di amido, tutta ricoperta di canditi, con gli estremi dorati degli stemmi dei Gonzaga e di Svezia.

Siamo arrivati all’ultima tappa del nostro percorso, riuniti presso il Po. Le nostre guide hanno affrontato l’ultimo tema della serata: il mito. Il prof. Roggero su una cartina geografica ha individuato la città di Casale, punto di confine tra i Celti e i Liguri tra il 1800 e 600 a.C.

Il Po aveva assunto due nominazioni, Bodincus (per i liguri) e Padus (per i celti) , poi se ne aggiunse una terza di origine greca con il nome Eridano a cui è legato il mito di Fetonte e la costellazione celeste. Figlio del Sole, Fetonte un giorno si alzò con il carro paterno senza saperlo governare, venne fulminato da Zeus e precipitò nelle acque del fiume (detto Eridano). Così le sorelle Elliadi piansero e le loro lacrime si trasformarono in pioppi che ancora oggi sono lungo le rive del Po.

L’incontro si è concluso con l’appuntamento alle prossime serate, precisamente nel 2022 “Dagli assedi seicenteschi alla città barocca”; nel 2023 “Casale risorgimentale” e nel 2024 “Casale capitale del cemento”.  Ringraziamo i prof. Dionigi Roggero ed Evasio Soraci che con grande professionalità e competenza ci hanno permesso di trascorrere un ‘interessante e soprattutto emozionante serata all’insegna della storia e della geografia.

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