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Gioanola e Verga

Il prof. Elio Gioanola incontra venerdì 27 settembre (ore 9:00, AM “Casalegno” piazza Castello) le classi del quinto anno di corso per parlare di Verga, presentando il suo saggio “Breve la stagione felice”

«Verga – scrive Gioanola – era stato per me la scoperta, davvero emozionante, della bellezza della letteratura: avevo diciotto anni e mi stavo preparando per l’esame di maturità, seduto sul sentiero della vigna di mio padre, e I malavoglia che mi accingevo svogliatamente a leggere, mi si rivelarono, di colpo, un’autentica meraviglia. In tutti gli anni del liceo, purtroppo, avevo accantonato ogni interesse per le cose letterarie, a causa del pessimo insegnamento della materia. Ritornando, dopo più di sessant’anni, sull’opera dal Verga, in tutta la sua completezza, mi sono accorto che l’autore ha vissuto una stagione creativa molto breve, pochi anni nella sua lunga attività letteraria, al centro dei quali brilla la stella purissima del grande romanzo, accompagnata da sette o otto novelle di altissimo valore poetico. Dopo c’è immediatamente la caduta dei racconti di Per le vie e quindi la ripresa faticosa, allontanata a motivo del successo teatrale di Cavalleria rusticana, del Mastro-don Gesualdo». Il libro, come accenna il titolo, è puntato essenzialmente sulle cose di assoluto rilievo, tutte racchiuse nel tempo brevissimo che va dal ritorno a Catania e la morte della madre alla decisione di risiedere a Milano, prima del lungo rifugio in patria. Quella morte decise l’autore a fare della Sicilia il solo vero epicentro della sua creatività, come se il lutto avesse acceso e spento insieme il suo talento.

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È dedicato a uno dei maggiori narratori italiani della seconda metà dell’Ottocento il nuovo libro di Elio Gioanola intitolato “Verga. Breve la stagione felice” appena pubblicato da Jaca Book. Il noto docente universitario e raffinato critico letterario monferrino, ci confessa nel “buen retiro” di San Salvatore Monferrato le ragioni della scelta tardiva di affrontare l’autore “rimasto in una zona d’ombra” e “confinato quasi nella superficialità delle collocazioni scolastiche”.

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Così, dopo aver esplorato gli autori che maggiormente hanno nutrito le sue passioni, Gioanola ha voluto rispolverare dopo oltre sei decenni da quel lontano e freddo mese di giugno del 1953 il grande scrittore siciliano. Seduto sul sentiero della piccola vigna di due staia comprata dal padre sulla strada per Valenza, alla vigilia della maturità classica al Plana di Alessandria, il giovane studente si accingeva con poca voglia (a causa del pessimo insegnamento ricevuto) a scartabellare “I Malavoglia”, rivelatosi poi un’autentica meraviglia e una scoperta emozionante per il diciottenne rimasto affascinato dalla bellezza della letteratura. Riletta in avanzata maturità, l’opera omnia del Verga ha prodotto un ribaltamento del giudizio favorevole al riconoscimento di un “grande scrittore nelle novelle e nel romanzo scritti immediatamente dopo il silenzio degli anni vuoti, e mediocre autore negli anni precedenti come in quelli successivi, quando pure ritorna a temi siciliani”. Una produzione che può essere ricondotta ad una “stagione felice” molto breve (come recita il sottotitolo del volume) e circoscritta a poco più del decennio creativo negli anni Ottanta dell’Ottocento, al cui centro brilla la stella purissima del grande romanzo della famiglia di pescatori di Aci Trezza, pubblicato da Treves nel 1881 e considerato il suo capolavoro. Dopo il debutto all’insegna di testi tardo-romantici, la svolta con il racconto “Nedda” e le novelle che lo fanno conoscere al grande pubblico, la “Cavalleria rusticana” messa in musica da Pietro Mascagni e rappresentata a teatro dalla celebre Eleonora Duse, Verga raggiunge l’apice della carriera con “I Malavoglia”, considerato dall’amico Luigi Capuana, dopo “I Promessi Sposi”, l’opera d’arte più completa pubblicata in Italia. Un giudizio pienamente condiviso da Elio Gioanola che lo ritiene “il reale epicentro dell’opera”, mentre anche nel secondo e ultimo romanzo intitolato “Mastro Don Gesualdo” Giovanni Verga “mostra tutti i segni di un’irresistibile decadenza”. (da Il Monferrato)

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