Dal “Palli” a Versailles

La storia di Giovanni Delù, giardiniere a Versailles

«Dal Piemonte mi sono portato un nocciolo da piantare nel parco reale. E, come vuole la tradizione dei giardinieri, tra le radici lascerò un messaggio in bottiglia: una dedica a mia nonna Mariuccia, che giorno dopo giorno mi ha incoraggiato, mi ha dato i consigli giusti, mi ha fatto superare i momenti di paura e mi ha permesso di diventare quello che sono». Soppesa le parole con la stessa calma con cui accarezza le foglie, ti fissa negli occhi così come guarda le spesse cortecce degli alberi, scruta l’orizzonte con la capacità di vedere linee e geometrie che solo i tempi della natura potranno un giorno disegnare. Omaggiando e rispettando, con ogni goccia di sudore, secoli di storia e bellezza. Giovanni Delù, 24 anni, di Murisengo, Comune in provincia di Alessandria, il suo regno lo ha trovato a Parigi, dove oggi è uno dei giardinieri di Versailles. «Per me, italiano, nato proprio nel Paese in cui è sorta la cultura del giardino, è un onore immenso essere qui. Sento la responsabilità del ruolo, ma sento la fiducia di chi mi sta intorno: ho spazio e occasione di liberare la creatività, di contemplare i progetti del passato per reinterpretarli e renderli contemporanei, di vivere l’emozione di studiare carte del passato e di entrare nella testa di persone vissute in altre epoche». Cresciuto in campagna, dopo la maturità al liceo scientifico di Casale Monferrato, Gianluca in accordo con i genitori decide di cercarsi un lavoro tra campi e giardini. «Avevo dimestichezza con orti e piante, anche se la vera prima esperienza di potatura l’ho fatta all’Aquila, dove ero andato come volontario dopo il terremoto. Ho aiutato anziani e persone rimaste sole a sistemare i cortili o a tagliare rami pericolosi e malmessi. Un’occasione per fare tesoro di dritte e suggerimenti che mi sono tornati utilissimi». Il giovane giardiniere si fa apprezzare sempre di più, ma a causa di un infortunio alla mano destra si trova a dover stravolgere i propri piani. «Ero angosciato. Dovevo stare a riposo, ma appena potevo scappavo nell’orto a piantare bulbi. La convalescenza era una gabbia: avevo bisogno di qualcosa per superare quel momento». E il destino, supportato da Google, lo informa di un corso per «Giardiniere d’arte e parchi storici» in collaborazione con la Reggia di Venaria. Sei mesi di pratica e teoria, con 5 settimane di stage a Versailles. Gianluca coglie al volo l’opportunità, sfrutta i weekend per conoscere nel dettaglio parco e palazzo, si diletta tra mappe e fontane. E si fa notare per capacità e passione dai responsabili di Versailles, che gli propongono un contratto annuale. «L’emozione di affacciarsi alla finestra di Maria Antonietta per vedere quello che lei vedeva e creare un paesaggio che sappia trasmettere le stesse sensazioni è qualcosa di indescrivibile. E capisci nell’intimità qual è l’essenza della tua arte e del tuo mestiere: far respirare meraviglia».

(Da “La Stampa” del 7.03.2017)

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